06 ottobre 2009

il congee, una prima colazione tailandese




In molte parti dell'Asia orientale fanno colazione col riso!
Si usa solo il riso spezzato per fare questo piatto mattutino chiamato "congee" in genere o "joek" in Tailandia. Ma viene cotto per più tempo del normale e con abbondante acqua in modo da ottenere una crema densa di riso.
Tradizionalmente il riso veniva lasciato a cucinare tutta la notte sulla brace morente, così che la colazione fosse pronta il giorno dopo.

La base comune è il riso, il "congee", ma gli accostamenti e i condimenti possono cambiare, a seconda dei paesi. Si possono accompagnare al riso: la carne, le uova, il pesce o le verdure, sia sul piatto o durante la cottura per dargli più sapore.

Ricetta per 3-4 porzioni di congee

3 tazze di riso spezzato ( sitrova nei negozi asiatici)
12 tazze d'acqua
sale, un pizzico
2 foglie di pandanus, optional se non si trova(una foglia lunga e molto aromatica usata spesso in cucina tailandese e indonesiana)


Lavare bene il riso e mettere in una pentola abbastanza capiente. Aggiungere l'acqua e il sale e portare a ebollizione. Ridurre il fuoco e lasciare a cucina a fuoco lentissimo, mescolando spesso per non far attaccare il riso al fondo della pentola, per almeno un'ora o più.

6-8 cucchiai di soia
pepe bianco, un bel pizico
3 cucchiai di cipollotti freschi
3 cucchiai di coriandolo

questi ingredienti come qualsiasi altra cosa ci piaccia, come peperoncino o lime possono essere aggiunti a nostro piacimento alla ciotola pronta!

Anche se questo piatto non rientrerà mai nella dieta tipicamente italiana per la prima colazione ( anche se ultimamente ho preso a mangiare riso integrale la mattina al posto del musli), è molto buono da mangiare nelle giornate invernali e può essere di conforto quando ci sentiamo raffreddati e giù di corda!

Il Nocino





Quest'estate per la seconda volta in vita mia ho preparato il "nocino".

La prima volta ho seguito una ricetta dal libro di Artusi "La scienza in cucina", è uscito fuori un liquore imbevibile, denso e forte; ma che dopo averlo dimenticato per ben 7 anni si è dimostrato di una bontà incredibile da gustare freddo, una delizia!

Quest'anno ho seguito la ricetta da un sito, quella dell'ordine modenese, che vi allego in fondo.

Ma dopo qualche anno passato a fare liquori ( mele cotogne, basilico, miele, alloro, nocino, ciliege), ho capito che per questi più si ha pazienza e si aspetta e migliore sarà la qualità del liquore!!


INGREDIENTI

1 litro di alcool 95° buon gusto

700-900 gr. di zucchero

1 Kg di noci (33-35 noci circa a seconda della dimensione ma sempre in numero dispari).

Le noci devono essere rigorosamente di provenienza locale e prive di qualsiasi trattamento.

Esse inoltre devono essere, così come indica la tradizione, raccolte nel periodo a cavallo della festività di San Giovanni Battista, ovvero nella notte del 24 giugno.

La giusta consistenza della noce va valutata forandola con uno spillo e/o verificata visivamente spaccandola a metà con un coltello.

Facoltativi:

Chiodi di garofano e cannella (poco è già molto).

in minime quantità e dosati in modo tale che l’aroma prevalente nel liquore sia sempre quello della noce e che il bouquet complessivo che si crea risulti armonioso.


PROCEDIMENTO

Le noci, una volta raccolte, devono essere tagliate in 4 parti e riposte in un contenitore di vetro (privo di guarnizioni di gomma) insieme allo zucchero.

Dopo averle conservate al sole per 1-2 giorni e mescolate periodicamente, le noci sono pronte per essere addizionate dell’alcool e degli eventuali aromi.

Il prodotto così ottenuto dovrà essere posizionato in una zona parzialmente esposta al sole, saltuariamente aperto e rimescolato, e filtrato non prima di 60 giorni.

Si consiglia di effettuare l’imbottigliamento in contenitori di vetro scuri e/o affinare il prodotto in botticelle di legno.

E’ possibile scegliere sia legno di rovere che di castagno a condizione che la botticella sia stata adeguatamente trattata prima dell’utilizzo.

La conservazione del nocino deve essere effettuata in un luogo fresco e per un tempo minimo di 12 mesi se si desidera apprezzare a pieno tutte le caratteristiche organolettiche di questo liquore





Storie e ricette

Il "tempo balsamico" per la raccolta del frutto immaturo del noce nella varietà dei riti e delle consuetudini della notte di S. Giovanni Battista

E' consuetudine largamente diffusa quella che vede la notte di San Giovanni come data canonica per la raccolta delle noci immature destinate alla confezione del nocino familiare. Gli erboristi definiscono questo momento preciso col termine di «tempo balsamico ».

Nella più breve arcatura notturna dell'anno una tradizione ampiamente consolidata riconosce al frutto della noce, ancor verde nella drupa, la sua fase ideale per l'influsione, motivandone la raccolta col suo maggior profumo, i tessuti più turgidi di linfa, le cellule più ricche di oli essenziali, di principi attivi, di vitamine.

Queste le ragioni valide scaturite da più moderne considerazioni, ma un tempo, ed ancor oggi in larga parte, l'irrazionalità apparente di una raccolta notturna ubbidiva a leggi molto più labili, meno decifrabili razionalmente, si abbandonava al « pathos » di una straordinaria coralità di popolo che nel ritrovarsi a credere ed a sentire medesime ancestrali suggestioni riviveva un'antica memoria, rendendola fantastica per esorcizzarla dei viscerali terrori che le tenebre hanno sempre evocato nell'uomo.

Non a caso poi la curiosa assonanza tra le due voci latine « nox et nux », notte e noce, ha creato un indefinibile legame che già nella classicità veniva riconosciuto nel verso: « Sic mihi Nox, Nux Fuit ante diem »( Così per me ci fu, prima del giorno, la Notte e la Noce).

Tratto da: Il nocino di Renato Bergonzini


ma se volete leggere ancora sulla notte delle streghe...