03 gennaio 2008

La tradizione culinaria artenese, un progetto a lungo termine

Da Molto tempo seguo - a tempo perso - le signore del paese, in cui vivo da oltre 20 anni, per imparare la cucina locale. Mentre sono con loro le interrogo continuamente per cercare di capire come poteva essere la vita ad Artena fino a poco tempo fa, ovvero prima dell'avvento dei “supermercati” e cioè della spesa facile. Cosa si mangiava durante la giornata e nelle diverse stagioni. Come si cucinava, come si lavavano i piatti ecc.... Mi sembra un pensiero sparito dalle nostre memorie, io ho quasi 30 anni e devo dire che ero piccola quando a tre anni ci siamo trasferiti da HK ad Artena, siamo quindi passati da una città altamente moderna e tecnologica a un paesino nei pressi di Roma dove ancora si parla il dialetto locale e si cucinano dolci speciali a Natale, ma adesso è invaso da supermercati, ce ne sono 4 grandi e vari + piccoli e ci adegueremo tutti al pasto pronto senza pensare + a come si fa!!
Da quando sono piccola adoro mangiare, ma solo adesso inizio ad interessarmi alla ripresa di una cultura che passava di madre in figlia assieme alla “spianatoia”!

Ma questo è ancora una porzione di un progetto a lungo termine.... ho approcciato questo progetto a Natale con i Pangialli e la Nocchiata artenesi!


Il Pangiallo o Panpepato Artenese- 2 metodi a confronto

I pangialli di Carla, con lo stile di una volta


Il metodo di Carla è forse quello tradizionale, lavorati interamente a mano e cotti in un forno a legna.

7 pangialli di Carla

1 kg di miele

1,1 kg di noci, mandorle pelate, nocciole e pinoli

½ kg di uvetta

farina q.b.

pepe q.b.


Preaparazione:

Far bollire i miele per 20 minuti in un pentolino.


Sulla spianatoia mischiare le noci, mandorle, nocciole e pinoli. Aggiungere la farina e il pepe e miscelare.

Tenere a portata di mano una ciotola di acqua. Versare il miele al centro di un cratere creato con le mani, impastando lentamente prima con una forchetta poi con le mani, incorporando le noci al miele. Se brucia o se c'è troppo miele si può aggiungere un po' di farina. L'acqua serve a bagnarsi leggermente le mani. Lavorare i panetti a mani stringendoli bene e poggiarli su una teglia. Si infornano a 160° per circa 40 minuti/1 ora.


















Un'altro metodo per i panpepati artenesi


22 pangialli di Federica

2 kg noci

1,5 kg nocciole

1,2 kg mandorle

1 kg uva passa

1 kg cioccolata fondente tritata

2 ½ kg miele

manciata di pepe

buccia tritata di 2 aranci

farina x spolverare


Procedimento:

Il miele si fa bollire per un'ora e mezza. Le noci e nocciole vengono tostate per levare un po di pellicina, le mandorle pelate e si mescolano tutti gli ingredienti secchi.

Si butta pian piano dentro tutto e si mescola a fuoco molto lento, per 10 / 20.

Dopo di che si riversa il tutto su una spianatoia ben infarinata. E si infarina anche sopra.

Si iniziano a lavorare i pangialli, con dell'acqua in un piattino accanto, a mani bagnate e bagnando anche la spianatoia si prende una parte dell'impasto e si stringe tra le mani con un movimento circolare. Si dispongono su una teglia e si infornano a 180° per 30 minuti circa.